La prefazione della poetessa e curatrice Patrizia Portoghese alias Patty Rose

Prefazione
Basterebbe solo leggerle le poesie di Luigia Paglia, ma un buon libro ha bisogno di una Prefazione. Ed è quella che mi accingo a scrivere, con emozione e sincera ammirazione per questa vera amica di penna e di cuore.
Stimolata dal suo lavoro che la porta in giro per l’Italia e dai dolori subiti negli ultimi anni, Luigia ci porta con i suoi versi a viaggiare tra le sue emozioni. “Viaggiatrice d’emozioni”, un titolo, un programma, un progetto evocativo e introspet- tivo.
Spessore poetico nei versi dove il viaggio emozionale coinvolge chi legge attentamente con i propri occhi e con quelli dell’autrice.
Nella poesia che apre la raccolta E ti racconto l’incipit del viaggio e la voglia di raccontare e di raccontarsi:
Ti racconto di fiabe sognate e cercate
per spingere in alto ali tarpate.
E se volessi guardare ancora più in fondo
ti racconterei un mondo soleggiato e giocondo

Le parole sono come carezze, forti e profumate, ma graffiano anche là dove le riflessioni si tramutano in versi di malinconico dolore. Si protraggono nella realtà vissuta, dove tutto è stato luce e poi ombra e poi ancora luce. Luigia tinge le ombre d’un chiaroscuro luminoso che portano infine alla
speranza, come si evince dalla sua poesia Diavolo del mare.
I versi di Luigia profumano, si profumano, dei suoi ricordi e delle sue nostalgie. Senza rimpianti, con la consapevolezza di godere ora dell’attimo imprevisto e piacevole di un incontro con la natura, con un paesaggio. Ricorrenti i suoi riferimenti ai luoghi visitati. Alterna momenti di vita all’emozione di viverla. La sente sua questa vita, fatta di conquiste gioiose e dolorose. E leggendola diventa un po’ nostra. Se ne condivide il senso e la svolta. Come in Fior di magnolia o in Rapsodia della libertà, dove le strofe sono ritmate e dove si percepisce il senso che Luigia da alla libertà:
La libertà è una rapsodia ti prende sfrontata
ti fa volare via

Riesce con una serie di idiomi musicali a far riflettere sulla realtà delle cose, dove si aprono le sue finestre poetiche dalle quali entra luce e speranza. Dalla poesia All’improvviso il sole, in special modo nella chiusa:
Nell’oscuro antro di un desiderio illuso all’improvviso
il Sole
Il suo è bel poetare a verso libero, dove si riscontra un’alta musicalità per l’elevato uso della rima. Suona come melodia la sua Ritornerò a settembre, una delle mie preferite.
Attenta osservatrice, grazie anche al suo lavoro manageriale, ha raggiunto anche nella poesia un’eleganza di linguaggio che la contraddistingue. Le riflessioni vengono stilate con matura espressione poetica. Da Smentite del cuore:
E io qui ancora a cogitare su semplici asserzioni
e smentite del cuore

Tante le liriche d’amore, quello perduto, quello accaduto, quello futuro. Un caleidoscopio che riflette il cambiamento sofferto ma che la rende aperta a una nuova speranza, come nelle liriche La via dell’amore perduto, Raccontami e Spietati amanti. I dolci riferimenti ad ambienti conosciuti, assaggiati e assaporati. Come nelle poesie dove c’è il richiamo alla passione per il buon cibo e il buon vino. Tanto da intitolare una poesia con il nome di un vino rinomato Il Meltemi. Da una ricerca che ho effettuato ho saputo che questo è un nome usato dai turchi e dai greci per indicare il vento e che il dio Dioniso venne sulla terra per portare agli uomini la vite e il vino. Quindi degustiamo questa poesia Meltemi e tutte le altre di questa poetessa che scruta la vita attraverso un calice colmo di poesia.
Chiudo questa mia Prefazione, questo viaggio tra i versi di Luigia, augurandole di proseguire nel suo viaggio interiore. Di continuare a raccontarci le sue emozioni, di volgere il suo sguardo lì dove la poesia diventa luce per il nostro cammino. Di restare sempre “Viaggiatrice d’emozioni”. 

Nessun commento:

Posta un commento