La postfazione di Pietro Boccia , psicologo ,sociologo , scrittore

Il viaggio delle emozioni espresse in poesia da Luigia Paglia inizia da uno scalino all’ombra di Santa Maria Maggiore, dove lascia un pezzettino, solo 21 grammi, di anima. Tutt’oggi continua a essere presente nel mio cuore, scrive la poetessa nel componimento che dà il titolo alla silloge,
quell’ombra imponente attraverso le stagioni 21 grammi
solo
il peso che manca

mentre continua il cammino
di una viaggiatrice di emozioni.

La poesia è, secondo me, una magia che mette le ali alle parole e colora le emozioni; quella della poetessa Luigia Paglia è addirittura un vulcano in azione che erutta stati d’animo profondamente vissuti, sensazioni che riemergono all’improvviso ed emozioni che esplodono intensamente.
Nell’angolo acuto tra l’oceano della mia mente rannicchiata l’anima scioglie nodi
per non far pagare il passato al presente.

Il poetare, come afferma Cesare Pavese nell’opera Il mestiere di vivere “non è un senso ma uno stato, non è un capire ma un essere”. Il poeta esprime, perciò, l’ineffabile dell’infinito attraverso forme e contenuti; non riesce mai a cogliere totalmente la manifestazione dell’essere, ma solo a enunciarla. La poesia si manifesta, infatti, andando, con la sua forza, alla ricerca di svellere l’essenza delle cose attraverso lo status primordiale dell’essere. Essa sboccia, orbene, dall’equilibrio occasionale tra la creazione artistica e l’associazione di miti, simboli e parole. È così che la memoria storica di chi com-
pone versi si trasforma in un perenne pulsare di sensazioni, di immagini e di suoni.
Nel frullìo di ali tra un ramo e le zolle occhieggia il primo sole del mattino
e un canto lieve annuncia
Sarà ancora Primavera.

La condizione della creazione poetica, che si esprime nella sua indicibilità, si svela in maniera inconsapevole nello stato di abbandono in cui è posto l’essere nel mondo del poeta. La poesia, perciò, corrisponde, secondo me, a una voce eterna che si dà temporalità per affermare e materializzare l’indicibile dell’infinito. Volendo parafrasare Croce, si può dire che l’ineffabile poetico si mostra all’ombra del dolore umano, che, pur essendo il prodotto del divenire storico dello spirito universale, fa riscontrare la sua forza nella singolarità della voce da cui si sprigionano i versi e si profila l’opera d’arte. Si generano così, a livello inconscio, miti e simboli che s’imprimono come flash profondi nell’intelletto e nel cuore di ognuno. In una poetessa le emozioni che sono, poi, espresse in un componimento fanno brillare gli occhi, perché come afferma Rose, protagonista del film Titanic, “il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti”.
Mi involo negli abissi profondi di emozioni distanti.
La donna anche quando sogna produce poesia. Infatti, Luigia Paglia, nella sua silloge, afferma:
I sogni delle donne sono semplici emozioni, richieste di attenzioni, brama di sensazioni
Sono impalpabili veli che solcano cieli sereni.
I sogni delle donne affrontano battaglie dirompenti,
raccontati,
vissuti e spesso perduti.

È proprio vero! Con il linguaggio poetico chi compone versi impara non solo a comprendere come si è fatti “dentro” ma anche ad acquisire sicurezza, fiducia in se stessi e a costruire la propria identità. Scrivere una lirica è un saper leggere la nostra intelligenza; è non solo ascoltare la voce del proprio io interiore ma è anche il percepire le proprie emozioni; anzi, pur amando le piccole cose, è un fare immensi sogni. “Fare poesia” è scrutare la realtà sia con un occhio totalmente diverso sia con una sensibilità e profondità di sentimenti; è l’esprimere ciò che si prova con un linguaggio personale e spesso indicibile. S’impara con il linguaggio poetico a impiegare la fantasia con cui da un lato si può trasformare la realtà come si vuole e dall’altro si crea quell’indelebile bellezza che è espressa quando si costituisce, attraverso un’opera, una sinfonia di emozioni e di sentimenti. Nel concludere questo mio breve attraversamento della poesia di Luigia Paglia, spero che le emozioni in essa espresse si sinto- nizzino e s’interconnettano in modo empatico con molti lettori. 

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